"Si tolse dalla tasca una pietra opaca, se la rigirò tra le dita ed essa rifletté il pallido chiarore della luna tramutandolo in gelide scintille. Un amuleto che McKindry aveva portato al collo per quasi una vita, senza che nessuno vi avesse fatto caso, senza che nessuno si fosse reso conto del suo valore.
Walter lo fissò, turbato. Semplice, squadrato, aveva un aspetto levigato, gessoso, sotto il quale sembrava splendere un fuoco magico. Non aveva avuto dubbi sulla sua natura, era la tessera di una pavimentazione, aveva un lato incrostato di un materiale che aveva tutto l’aspetto della calce e dal quale era stato sommariamente pulito.In un momento di debolezza, con la mente annebbiata dall’alcol, McKindry si era lasciato sfuggire una frase cui O’Tool allora non aveva dato peso, e forse neppure lui, se non avesse avuto in mano quella pietra: ‘...Le strade degli dèi sono fatte di mattonelle come questa, non sai quante...’Solo nelle leggende aveva sentito parlare di un luogo dove le strade erano lastricate di smeraldi."
Pirati, malviventi, cacciatori di tesori, un ex filibustiere e una ragazza alla ricerca della propria identità ruotano attorno al mistero della città perduta di Manoa, il mitico Eldorado. Alla morte del padre, Glen scopre alcune lettere e una mappa priva di indicazioni.Ma c’è qualcun altro interessato a quella mappa, e soprattutto agli indizi nascosti per completarla. Walter Avery, ora duca di Averstone, accetta di proteggere Glen e di aiutarla a scoprire quale segreto si celi dietro a essa; le ragioni che lo muovono sono tante, la noia della vita cittadina, il rimpianto dei suoi giorni da corsaro, il sapore dell’avventura, la prospettiva di trovare un tesoro... ma soprattutto, l’amore che prova fi n dal primo istante per quella ragazza, apparentemente docile eppure intimamente ribelle, che lo respinge con tutta la forza della propria vulnerabilità.
